viernes, 22 de febrero de 2008

[...] La mia arte non è stata mai cosí piena, così varia e imprevista: così veramente una festa, per lo spirito e per gli occhi, tutta palpiti lucenti e fresca come la brina... Per sguitare a lavorare come sto facendo, bisogna ch'io pensi assolutamente che Tu sei sempre la stessa per me. Se per un momento mi s'affaccia la certezza che Tu con la mente e col cuore già Ti sei distaccata, e io son diventato ormai uno come altro, da cui Tu se lontana e a cui solo di tanto in tanto rivolgi un pensiero o un sentimento alieno, [allora] tutto mi muore dentro, mi sento cader l'anima e il fiato, ogni luce si spegne nel mio cervello, e la mano mi casca sulla carta, inerte come una pietra... La mia arte sei Tu; senza il tuo respiro muore. Tu stai creando, e non lo sai. Tu con tutta la potenza della Tua arte, coi toni della Tua inimitabile voce, col fulgore dei Tuoi occhi che trovano lo sguardo per ogni passione; stai creando con l'ardore che dalla Tua mente, dal Tuo cuore, da tutta la Tua Persona è venuto in me, perché io lo trasfonda nell'opera che attraverso Te sto scrivendo, e che non è mia ma Tua: creazione Tua [...] (L. Pirandello, Lettere a Marta Abba, Milano, 1995, pp. 640-641)

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